Il potere di una pausa
Suona come un’autoassoluzione, lo so, ma è proprio la lettura di cui tutti abbiamo bisogno. Quattro scrittori condividono le loro storie sul potere del riposo intenzionale. Consiglio in particolare quella di Alice Dearing, nuotatrice di lunghe distanze, la quale scrive: «Non è normale prendersi una pausa dal nuoto quando si gareggia a livello olimpico. Se ti prendi del tempo fuori dal’acqua, normalmente significa o che stai smettendo o che sei infortunato, e nessuna di queste è una buona cosa». A un certo punto, Alice si accorge che non riesce a migliorare, non si qualifica per una gara importante, così prende una decisione. «Mi ci sono voluti alcuni giorni e alcune conversazioni difficili per prendere la decisione di prendermi una pausa. Molti atleti hanno paura di avere quei dialoghi. Giustamente: ci sono conseguenze nel prendersi una pausa, come il taglio dei fondi, che dovrò affrontare nella prossima stagione. Non sono solo gli atleti che hanno difficoltà a sapere quando prendersi una pausa, chiunque può avere difficoltà a capire quando è necessario fare una pausa e ripristinare la propria carriera. Ma è importante non ignorare i segnali d’allarme». E così Alice si regala quattro mesi. Permettendosi di esplorare parti della sua identità che non conosceva. E imparando una grande lezione:
“È molto più difficile tornare dal burnout che da una pausa.”
Alice Dearing
Tra i buoni propositi del 2023 c’è quello di pubblicare Voices con regolarità. Ma anche quello di far tesoro di tutto ciò che ho scoperto nel 2022. È un lungo elenco, e molte cose le ho già raccontate in questa newsletter. Ecco qui le ultime tre, fresche fresche di dicembre.
E se la carriera fosse ciclica?
Ci ho messo anni a imparare a delegare, per poi ritrovarmi, quarantenne, nella necessità di tornare a essere operativa. I miei soci avevano paura che mi sarei presto demotivata. Io avevo paura di non essere capace. Avevamo torto tutti. Ma la riflessione che mi porto nel 2023 è un’altra: ho sempre visto “la carriera” come un percorso lineare, di progressivo distacco dal “fare” a vantaggio del “pensare” e del mettere gli altri nelle condizioni migliori per fare. Oggi comincio a credere che la carriera vada reimmaginata a cicli, in cui torniamo periodicamente a “fare”. Perché non c’è niente che nutre la visione come il contatto diretto con ciò che produciamo o con i servizi che offriamo.
Ma perché dobbiamo sempre uscire dalla zona di comfort?
Una mia amica è uscita dalla sua zona di comfort. Ha accettato di fare una cosa pubblica che la atterriva. E non è stata la classica storia di successo, funzionale a dimostrare la tesi che noi donne dobbiamo imparare a dire di sì, a metterci in gioco anche quando non ci sentiamo sicure al 100 per cento. La mia amica, dopo una performance che ha deluso prima di tutto lei stessa, mi ha mandato un vocale che porto con me nel 2023: «Penso che abbiano sbagliato a invitarmi. E penso che non sarei dovuta uscire dalla mia comfort zone. Ma perché mi devo obbligare per forza a fare delle cose solo perché le donne non vengono mai chiamate a fare quelle cose e quindi, se te lo chiedono, devi dire di sì? Ma perché mi devo accollare l’ansia dell’universo?».
L’equilibrio vita-lavoro è una grande motore di innovazione
Una lettrice di Voices mi ha scritto che a gennaio cambierà lavoro e non sta prendendo questo cambiamento con la grinta, la gioia e l’aspettativa verso il futuro che si augurava di avere. Si sente bloccata dalla consapevolezza di andare a lavorare in un posto senza rispetto per l’equilibrio vita-lavoro, sapendo per giunta di non essere più disposta a sacrificare la sua vita per il lavoro. Insomma, è affaticata dall’idea di dover cominciare una nuova avventura mettendo già dei paletti. Ecco, nel 2023 dovremmo far sì che l’intento di proteggere il nostro benessere fisico e mentale non si traduca più nell’atto difensivo di costruire barriere bensì nel gesto proattivo di progettare una organizzazione del lavoro che porti efficienza e benessere a tutti. Il desiderio di una vita piena è il più grande motore di innovazione che ci sia.
Questo articolo è tratto dal numero 47 del 31 dicembre 2022 della newsletter “Voices”, una newsletter settimanale di Diagonal curata da Annalisa Monfreda. Ogni settimana racconta storie, voci, dati e approfondimenti per ispirarti lungo il percorso verso un’azienda inclusiva. Siamo infatti convinte che la diversità sia la più grande opportunità di innovazione che abbiamo, l’occasione di riscrivere le regole del lavoro, di ridisegnarne i riti, gli spazi, la cultura. Se desideri iscriverti clicca qui. Ti aspettiamo!