La scomodità è una competenza

La storia

Martedì scorso il nuovo Ceo di Peloton, Barry McCarthy, ha scritto una email a tutti i dipendenti in cui elencava i 10 valori che avrebbero potuto riconoscere nelle sue azioni quotidiane, tra cui questo: «La tua zona di comfort è il tuo peggior nemico».

Breve riepilogo dei capitoli precedenti

Peloton è nata nel 2011 con una visione: fare allenare le persone da casa come fossero in palestra. Il suo prodotto? Cyclette di lusso connesse ad allenatori in carne e ossa per mezzo di schermi, cuffie e microfoni. Durante la prima pandemia, la richiesta di attrezzi è balzata alle stelle. Nel corso del 2021, la tendenza si è invertita: a fare un balzo sono state le iscrizioni in palestra. Peloton è crollata in borsa e ha licenziato 2800 persone.

Cosa c’entra con la zona di comfort?

«Il successo ha un modo divertente di metterti a tuo agio», scrive Jason Aten su Inc. «Se la cosa che stai facendo sembra funzionare, la tua inclinazione naturale è quella di fare di più. Quando sei a tuo agio, non hai motivazione per guardarti intorno e pensare a cosa potrebbe essere necessario cambiare». Così può succedere che «non ti accorgi che le palestre hanno riaperto. Le persone iniziano ad uscire e ad andare su bici vere invece di comprare quelle fisse. Non l'hai visto, perché sarebbe stato scomodo. Quindi, invece di cambiare, perdi il lavoro».

La scomodità è una competenza

La storia di Peloton è interessante per chi ha prosperato durante la pandemia, confidando che i cambiamenti da essa provocati sarebbero stati duraturi. Ma soprattutto ci dice che sentirsi scomodi è una vera e propria competenza: «L'apprendimento avviene nel disagio. Il disagio è un segno che stai crescendo», scrive David Burkus. «Quindi, se vuoi continuare a imparare come leader, sfortunatamente dovrai continuare anche a sentirti a disagio come leader».

L’incertezza è un’opportunità

Questa cosa me l’ha insegnata Chiara Montanari, capo spedizione in Antartide, che intervisto spesso negli eventi aziendali organizzati da Diagonal. Lei sostiene che l’incertezza è l’opportunità di arrivare prima al risultato. Questo perché l’incertezza ci impone di essere immaginativi.

Ci sarebbe pure un’altra lezione

Peloton, come fanno in tanti, ha gestito malissimo i licenziamenti. Dal suo errore, ci suggerisce S. Mitra Kalita, possiamo imparare che bisogna «pianificare i licenziamenti con la stessa cura del reclutamento, dell'onboarding, della fidelizzazione. Non si tratta solo dei dipendenti in partenza, ma di trattenere il talento rimanente». Nel mondo in cui viviamo «le aziende che licenziano migliaia di dipendenti potrebbero tornare sul mercato del lavoro nel giro di pochi mesi, pronte ad assumere di nuovo». Ed è fondamentale che «il benessere emotivo sia integrato in qualsiasi strategia di licenziamento, sia per i lavoratori licenziati sia per quelli rimasti».

 

10 anni dopo

Il 26 febbraio 2012 il diciassettenne Trayvon Martin fu ucciso a colpi di arma da fuoco da George Zimmerman a Sanford, in Florida: in quanto ragazzo di colore era ritenuto "sospetto". Nessuno avrebbe mai immaginato che quell’episodio, o meglio l'assoluzione di Zimmerman, avrebbe portato alla nascita prima di un hashtag, #Blacklivesmatter, poi di una spinta culturale che ha rimodellato la politica, la società e la vita quotidiana americane. Il New York Magazine ha ricostruito questi 10 anni in maniera enciclopedica. Io provo a riassumerli con due storie che ne mostrano gli opposti risultati.

Una scoperta
Florence Price torna a essere suonata. La compositrice era stata dimenticata perché donna, certo. Ma anche perché nera.

Un paradosso
Se fino agli anni ’60 le università tenevano fuori le persone che appartenevano alla razza sbagliata, oggi discriminano coloro che non hanno una chiara militanza in favore della diversità, denuncia lo studente di Princeton Matthew Wilson.

Questo articolo è tratto dal numero 12 del 19 febbraio 2022 della newsletter “Voices”, una newsletter settimanale di Diagonal curata da Annalisa Monfreda. Ogni settimana racconta storie, voci, dati e approfondimenti per ispirarti lungo il percorso verso un’azienda inclusiva. Siamo infatti convinte che la diversità sia la più grande opportunità di innovazione che abbiamo, l’occasione di riscrivere le regole del lavoro, di ridisegnarne i riti, gli spazi, la cultura. Se desideri iscriverti clicca qui. Ti aspettiamo!

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